Parrocchia Santi Vito e Modesto in Mombaroccio – Pesaro

Via Stelluti, 1 – 61024 Mombaroccio (PU)
Telefono: 0721 471113
E-mail: fra61renato@yahoo.it

Eretta: ab immemorabili
Festa del titolare: 15 Giugno
Persone n.: 540
Parroco: P. Aldo Marinelli
Vicario: P. Alvaro Rosatelli

Aiuto Pastorale: P. Alpollinaire Georges Zenzo Seyakwaku

Chiesa parrocchiale Santi Vito e Modesto in Mombaroccio - Pesaro

Mombaroccio è uno dei pochi castelli con mura e porte medievali ancora intatte. Esso fu certamente fabbricato già prima del 1200 con il materiale di alcuni piccoli castelli dei dintorni, abbandonati e cadenti, come si deduce dallo stemma in cui è rappresentato un “biroccio”, sotto cinque monti, con una stella in fronte. Nel 1283 è menzionato in un documento dell’Archivio Vaticano tra i castelli “citra Foliam” assieme a Monte Ferro e ad altri, come soggetto allo Stato della Chiesa. Dal 1285 divenne proprietà dei Malatesta, signori di Rimini e poi di Pesaro, e ne seguì le vicende, anche quando questa città passò agli Sforza, che lasciarono segno del loro potere su Mombaroccio nella lapide posta sopra la porta maggiore del convento di S. Marco, ove sta scritto: “JO. SFORTIA“. Fu poi anche sotto i Della Rovere il cui Duca Giudobaldo, nel 1543, lo diede in “contea” a Raniero Bourbon del Monte Santa Maria, casato molto noto nel fiorentino, per cui Mombaroccio non passò alla S. Sede con la devoluzione del Ducato di Pesaro il 28 aprile 1621. Francesco Maria, figlio di Raniero, nel 1626, lasciò alla chiesa arcipretale tutti gli apparati della sua cappella. Cessata la signoria dei Bourbon, Mombaroccio tornò alla S. Sede e ne prese possesso il Cardinale Giulio Gabrielli (1643-1646).

Nel territorio di Mombaroccio, da tempo immemorabile, esistevano tre parrocchie: S. Vito la cui residenza antica era la pieve di Monteferro, S. Cristoforo con sede nel castello e S. Susanna nelle vicinanze (prope oppidum), come risulta dalla visita apostolica del Vescovo Ragazzoni del 1574. La chiesa arcipretale di S. Vito deriva il titolo di “pieve” da quella omonima di Monteferro, antica residenza dell’arciprete, nominata nelle Rationes Decimarum del 1290-92 il cui “archipresbyter plebis Montis Ferri” pagò una decima di 3 libbre, 11 soldi e 5 denari. La data del trasferimento all’interno del castello probabilmente risale al 1390, se stiamo a quanto riporta Luigi Ceré nel Catalogus Plebanorum, pubblicato sulla rivista dell’Archivio Diocesano Frammenti 1, ove si spiega che il pievano Giuseppe Fiorani “primus Ressidentiam (sic) habuit in oppido” e che i suoi successori mantennero il titolo di arciprete della pieve (= pievano). Tuttavia la chiesa di Monteferro, pur spogliata del titolo, restò attiva ancora a lungo, come appare dalla stessa visita apostolica del Ragazzoni del 1574 ove la si definisce “(ecclesia) Simplex s.ti Viti in Campis, da tempi antichi unita alla parrocchia dei Santi Vito e Modesto” [Cfr. Frammenti 1 del 1994 (p.166), oppure Frammenti 2 del 1997 (pp.108-109)]. Nel 1776/1777, dalla relazione della Visita Pastorale del De Simone, le parrocchie del territorio di Mombaroccio sono solo due: quella dei Santi Vito e Modesto e l’altra di S. Susanna che si dividevano non solo il territorio esterno al paese, ma anche quello interno e fino al 1920 i due parroci rimasero all’interno del castello e la popolazione era divisa quasi a metà, mentre il rimanente territorio era ripartito con criteri tutt’altro che logici e soddisfacenti per i fedeli. Già agli inizi del ‘900, il neo Parroco don Gaetano Gaia di S. Susanna aveva trasferito la sua sede parrocchiale nel borgo sito a due chilometri dal castello, usufruendo della chiesa del SS.mo Sacramento debitamente restaurata e, appena fu completata anche la casa parrocchiale ad essa adiacente, vi trasferì anche la sua abitazione. Così all’interno del castello rimase un’unica parrocchia, quella dei Santi Vito e Modesto della cui chiesa arcipretale non vi è memoria da chi sia stata fondata, né quando; ma dovrebbe essere stata eretta assieme al castello fin dal secolo XIII, né si sa se fu consacrata. L’attuale chiesa, situata dentro il castello, in mezzo all’abitato, fu ricostruita integralmente negli anni 1804-1807 in seguito alla rovina totale provocata dal crollo del campanile, avvenuto senza vittime, nella notte del 30 dicembre 1801. Fu inaugurata con una celebrazione in onore della B. V. Maria il 1° maggio 1807 nel cui documento leggiamo “in ecclesia plebali”. Fu chiesa battesimale, oltre che per il proprio territorio anche per quello della parrocchia di S. Susanna. Fu il Vescovo Mons. Bonaventura Porta in data 1° agosto 1949 a fissare i nuovi confini fra le due parrocchie in maniera razionale. Nei locali adiacenti alla chiesa oggi è custodito un museo abbastanza ricco di opere d’arte che Don Guido Fattori, Parroco dal 1950 al 2010, anno in cui si è ritirato a vita privata, ha saputo allestire e custodire con molta diligenza. La Parrocchia, dopo essere stata amministrata dai Frati Minori del Beato Sante, poi da sacerdoti diocesani, dall’01.10.2016, fa parte della Unità Pastorale delle Parrocchie dei SS. Vito e Modesto in Mombaroccio e S. Susanna in Villagrande di Mombaroccio e dall’08.09.2017 P. Renato Martino, della Comunità dei Frati Minori del Beato Sante, ne è Parroco.