Parrocchia San Pietro in Rosis in Ginestreto – Pesaro

Via della Libertà, 2 – 61122 Ginestreto di Pesaro
e-mail: andreamarescotti85@gmail.com

Eretta: ab immemorabili
Festa del titolare: prima domenica di Agosto
Persone n.: 1500
Parroco: Sac. Andrea Marescotti

Collaboratore Pastorale: Diac. Lamberto Gregori Ferri

Chiesa parrocchiale San Pietro in Rosis in Ginestreto - Pesaro

Il castello di Ginestreto era “castello medioevale” come attesta l’“arma malatestiana” che si trova sopra l’arco grande dirimpetto alla chiesa parrocchiale. Esso è menzionato in un documento del 1283 dell’Archivio Vaticano tra i castelli citra Foliam (Cfr.: A. Olivieri, Memorie della Badia di S. Tommaso in Foglia nel contado di Pesaro, Gavelli, Pesaro, 1778, p. 149).

La prima sede parrocchiale fu la pieve vecchia, che gli studiosi di storia locale fanno risalire al VII-VIII secolo, attenendosi a quel “sarcofago o lavacro” trovato in quel sito, offerto in dono il 6 dicembre 1775 al vescovo diocesano Gennaro De Simone, collocato nell’atrio del palazzo vescovile e, dal 2006, nel Museo Diocesano. Dalle Rationes Decimarum del 1290-92 e dalla Visita apostolica del 1574, in cui compare come “Parochia Sancti Petri extra moenia Genestreti, plebs nuncupata”, si deduce che fu la chiesa principale del “plebanato locale” e “matrice” dei luoghi di culto eretti nel territorio circostante. In essa vi era un solo altare sotto l’invocazione di San Pietro Apostolo. Nell’anno 1595, l’arciprete Lodovico Schirpi, per sopperire alle difficoltà della popolazione del castello a frequentare la Pieve extra moenia, fece edificare una chiesa all’interno del castello dalla parte settentrionale, vicino alla casa del Signor Lancellotto Norsini, intitolandola “Santa Maria Nuova e San Pietro Apostolo”, ed ivi trasferì la sede parrocchiale, come appare dal quadro posto all’altare maggiore e come si legge nella lapide sita a destra dello stesso altar maggiore: “Sotto il pontificato del Papa Clemente VIII, al tempo del ducato di Francesco M. II Della Rovere e sotto il presbiterato dell’arciprete Lodovico Schirpi, fu eretto questo tempio in onore e venerazione della Vergine Madre di Dio a spese e con le fatiche di persone pie, nell’anno dell’incarnazione del Signore 1595”. Dalla visita pastorale del Vescovo De Simone del 1776, apprendiamo che  il campanile di cui si serviva la chiesa era unito “con le case moderne del parroco (nel sito delle quali eravi una chiesa antica, sopra le di cui macerie furono fondate le dette case dall’anno 1678” ed era disgiunto da detta chiesa e che esso era dotato di due campane di cui una della Comunità e l’altra, del 1694, della chiesa nella quale è riportata un’iscrizione che così recita: “Ioseph de Albertis archipresbitero curante”.

L’importanza di questa chiesa parrocchiale di San Pietro in Rosis, detta anche S. Maria Nuova, è confermata dal fatto che pure la chiesa priorale di S. Angelo in Lizzola, fino a quando non fu eretta a Collegiata (1718), dipendeva da essa. Sotto l’altare maggiore di questa chiesa è composto il corpo di S. Lattanzio, risistemato dopo la visita pastorale di Mons. Bonaiuti (1896/98). La chiesa mostra al suo interno i tre stupendi altari lignei che fino alla seconda guerra mondiale abbellivano la chiesa di San Rocco a Pesaro in Via Diaz, angolo Via San Francesco. Poiché i bombardamenti aerei avevano distrutto la chiesa della Confraternita di S. Rocco e non era possibile ricostruirla, il Parroco di Ginestreto don Edo Terenzi domandò ed ottenne dal Parroco del Duomo don Secondo Mosca di poter trasferire, senza sostanziali mutamenti, i tre altari suddetti risalenti quello dell’altar maggiore al 1655, opera dell’intagliatore Francesco Gilioni di Montecarotto (AN); gli altri due del 1695 degli intagliatori Giuseppe Polinori e Girolamo Ghirlanda. I tre altari sono dedicati il primo all’Annunciazione, gli altri due a S. Lucia e a S. Antonio da Padova. Non si ha memoria che la “pieve vecchia” sia stata consacrata, come non v’è notizia che lo sia stata la nuova parrocchiale sita nel castello. Il 30.06.2011 è stata istituita l’Unità Pastorale, comprendente S. Michele Arcangelo in S. Angelo in Lizzola, S. Pietro in Rosis in Ginestreto e S. Michele Arcangelo in Montegaudio, retta prima da don Enrico Giorgini e poi da don Andrea Marescotti.