Messaggio Arcivescovo per San Terenzio 2020

Messaggio di S. E. Mons. Piero Coccia
in occasione della Festa di San Terenzio, Patrono di Pesaro
24 settembre 2020

 

In questo tempo particolare, in cui è ancora il Corona virus a condizionare le nostre esistenze costringendoci a necessarie limitazioni, anche la festa di San Terenzio, Patrono della nostra Arcidiocesi, assume un sapore inedito: non si svolgerà la tradizionale processione lungo le vie del centro, sarà più contenuta la presenza dei fedeli e più sobria la celebrazione nel suo insieme.

La stessa attività pastorale diocesana, che proprio dalla festa del Patrono prende sempre inizio e negli scorsi anni si sviluppava, grazie all’intenso impegno degli Operatori, con ricchezza e pluralità di esperienze, subirà quest’anno una modificazione nelle sue forme.

Ma l’essenza dell’annuncio evangelico e dell’avvenimento cristiano che, attraversando i secoli, continua a giungere a noi dalle profonde radici della Chiesa pesarese, non muta. Anzi si rivela più che mai attuale ed incisiva.

La realtà di questo tempo, infatti, è per tanti aspetti così drammatica e implacabile, da mettere alla prova inevitabilmente la ragionevolezza della speranza che per natura anima ogni uomo e ogni donna: una speranza che, come tutti comprendiamo, non può identificarsi con l’ottimismo a tutti i costi, fragile e destinato, prima o poi, a infrangersi.

Ebbene, la nostra Chiesa locale ha dato prova, per grazia, che la speranza fondata sul Cristo Risorto ha una solida consistenza e genera persone che, senza essere eroi, si mostrano forti nell’affrontare situazioni problematiche come quelle della pandemia e non arretrano di fronte alle difficoltà.

Penso ai parroci e ai sacerdoti, agli operatori della Caritas, ai membri della Cappellania ospedaliera, agli educatori degli Oratori e ai responsabili della Pastorale, ai docenti di religione e ai tanti laici che in famiglia, nella scuola, nei luoghi di lavoro hanno continuato generosamente la loro presenza e il loro servizio.

Penso, in particolare, a coloro che hanno vissuto personalmente la malattia ed hanno trovato nella fede il fondamento di una speranza che non delude, neppure di fronte alla sfida suprema della morte.

Al di là dal contesto pandemico è possibile rintracciare limpide testimonianze di quanto la speranza in Cristo possa generare una umanità nuova, libera e generosa. Al riguardo mi riferisco anche ai sacerdoti provenienti da chiese sorelle che, per la carenza ormai nota del nostro clero diocesano, hanno lasciato con grande disponibilità e apertura la loro terra, la loro gente, i loro affetti, per mettersi gioiosamente al servizio della nostra Chiesa locale.

Disponibilità e apertura che, d’altra parte, hanno evidenziato anche le comunità parrocchiali che li hanno accolti, accompagnandoli con spirito di comunione e atteggiamento collaborativo.

Grati di questa esperienza proseguiamo il nostro cammino, seguendo e attuando in questo incipiente anno pastorale, le linee guida che la CEI ci ha comunicato.

San Terenzio, vescovo e martire, benedica e protegga la città di Pesaro e interceda per noi affinché la Chiesa locale, oggi come in passato, possa portare un contributo decisivo alla società civile, educando i giovani alla speranza, alimentando un clima di fiducia nel futuro, mostrando vicinanza ai fratelli nelle nuove fragilità che certamente emergeranno nei prossimi mesi e collaborando con le autorità, nelle forme che sono proprie alla comunità cristiana, per consolidare il tessuto sociale.

Anche l’aiuto e la tenerezza di Maria, Vergine delle Grazie, accompagnino il nostro comune cammino.

Con la mia paterna benedizione.

+ Piero Coccia
Arcivescovo