LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO “OPZIONE FRANCESCO” DI ARMANDO MATTEO – 13 aprile 2023 – Villa Borromeo

UN CANTIERE SINODALE DALLE MILLE SORPRESE

LA PRESENTAZIONE DEL LIBRO, OPZIONE FRANCESCO, DI ARMANDO MATTEO

             Accettare di mettersi in cammino, mettersi in discussione per una disponibilità alla missione della Chiesa nel nostro tempo, qui a Pesaro: questa la linea e il significato della presentazione giovedì 13 aprile nella sala conferenze gremita di persone a Villa Borromeo.

I partecipanti, membri del Consiglio pastorale diocesano e del mondo cattolico pesarese e urbinate, hanno vissuto effettivamente un tempo speciale di ascolto del magistero di Papa Francesco restituito al vivo dalla lettura di alcuni brani del libro di Armando Matteo dal titolo Opzione Francesco. Per una nuova immaginazione del cristianesimo futuro (Ed. San Paolo 2023, pp. 191, Euro 16,00). Diversi presenti avevano già letto il saggio di questo teologo, attualmente docente di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Urbaniana e segretario della sezione Dottrinale del Dicastero per la Dottrina della Fede, noto per tanti suoi libri e già intervenuto a Pesaro in occasione di un Convegno diocesano di alcuni anni fa. Molti si sono messi in fila per acquistarlo, anche nelle nostre librerie. Primo tra questi il nostro Arcivescovo che lo aveva già sulla sua scrivania appena fresco di stampa e che, avendolo letto, ci ha introdotto all’ascolto con l’invito alla preghiera e la lettura di un breve testo: lasciamoci contemplare da Lui!

Devo dire, in quanto incaricato della presentazione, che il saggio, in dieci capitoli, si legge molto bene. L’Autore non usa un linguaggio specialistico ma semplice e profondo, alla portata di tutti, e ci aiuta, a dieci anni dalla elezione di Papa Francesco al soglio di Pietro, a riprenderne e meditare gli insegnamenti inquadrandoli in alcune sfide della cristianità in Occidente, e quindi anche a Pesaro, alle prese con alcune questioni che toccano sul vivo la vita della Chiesa, la sua missione in un contesto non solo fortemente secolarizzato ma caratterizzato da tutta una serie di tendenze culturali che nel complesso fanno emergere quella realtà che nel 2015 al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze veniva ben descritta in termini di post-umanesimo. Basta pensare a tutta una gamma aperta di questioni nuove che toccano profondamente la vita umana: l’intelligenza artificiale e le sue applicazioni, i social media e la custodia dei dati personali, la maternità surrogata e l’utero in affitto, la crisi climatica e le politiche energetiche, l’indole sessuata della persona umana e la cultura del gender, le crisi demografica e le migrazioni continentali, l’economia neoliberista e l’aumento delle povertà, … Come empatizzare con queste realtà nuove senza cadere nel relativismo ma offrendo in Cristo Gesù e nel suo Vangelo lo spazio per un dialogo e un tentativo serio di elaborazione di un nuovo umanesimo all’altezza della dignità della persona umana, specialmente se fragile, debole ed emarginata? Dio non produce scarti, cantava quel coro nella Cattedrale di Urbino lo scorso gennaio nella serata per l’unità dei cristiani. Noi?

Grazie alla lettura ad alta voce di alcune pagine scelte, lettura proposta magistralmente da Giorgia Giunti, si è potuto verificare un clima di comune tensione verso ciò che di più essenziale il Cristianesimo ha come sua missione: portare Gesù a tutti e tutti a Gesù. La scoperta dell’acqua calda? No. Infatti Armando Matteo ci aiuta a vedere come la Chiesa nel nostro tempo, specialmente in Occidente, stia mettendo a rischio ciò che le è più specifico: la sua maternità. Non a caso l’Autore ci introduce nelle pieghe di quel fenomeno in atto che è descritto in termini di denatalità ecclesiale: la Chiesa non sembra riuscire a generare più di tanto alla fede le nuove generazioni. Questa crisi di generatività ha le sue cause che vengono indagate con cura. La risposta è una nuova immaginazione sul futuro del Cristianesimo, una immaginazione abitata dal sogno di Dio e di Gesù sul mondo e non da sogni utopici pieni di fantasie che non si incarnano da nessuna parte. Fa parte di questo sogno il cammino di uscita da se stessi, dalla bolla individualista della “egolatria” che insidia spesso anche i vissuti tanto del clero come delle comunità cristiane dalle parrocchie troppo autoreferenziali, ai gruppi, movimenti e associazioni ecclesiali spesso prigionieri delle proprie estenuanti dinamiche di gestione del potere (quale poi?). L’uscita da sé, vero esodo che richiede una forte esperienza interiore e quindi di fede, è un dono da chiedere, una conversione da domandare per muoversi, in forma decisa e senza ritardi, verso quella nuova fraternità, quella che Gesù e il Vangelo attestano come la prima e insostituibile forma di credibilità del Cristianesimo, ieri come oggi e anche in futuro. Da qui una pastorale dell’amicizia, dei rapporti tra le persone, dell’ascolto e della pazienza, della conversione personale e delle scelte coraggiose, anche controcorrente. Nel suo saggio Armando Matteo arriva a chiedere un salto, quale? Non possiamo anticipare la risposta che solo il testo può rivelare. Buona lettura!

Il lavoro di riflessione continuerà per il Consiglio pastorale diocesano dialogando in presenza con lo stesso Armando Matteo nei primi di giugno e continuando poi questo stesso dialogo con il clero di Pesaro, Fano e Urbino il giorno successivo. Buon lavoro anche per questo speciale cantiere sinodale!

don Mario Florio