Descrizione dello stemma episcopale di Mons. Sandro Salvucci

Descrizione araldica:
“Di rosso, alla banda d’argento, caricata di un ramo di palma di verde, accompagnata da tre spighe d’oro nel cantone sinistro del capo e da tre burelle ondate d’argento sormontate da una stella dello stesso, in punta”.

Il motto:
“MAIOR EST CARITAS” (1Cor 13,13)
Le parole scelte da don Sandro per il proprio motto episcopale sono tratte dal capitolo 13 della Prima Lettera ai Corinzi dell’Apostolo Paolo, conosciuto come Inno alla carità, una delle pagine più note del Nuovo Testamento. Le tre parole latine sono tratte dal versetto 13: “Ora, dunque, rimangono queste tre cose: la fede, la speranza e la carità. Ma la più grande di tutte è la carità”.
Secondo la tradizione araldica della Chiesa cattolica, lo stemma di un Arcivescovo Metropolita è tradizionalmente composto da: uno scudo, una croce doppia arcivescovile, un cappello prelatizio (galero), un pallio bianco con crocette nere, un cartiglio inferiore recante il motto.
Lo stemma adotta uno scudo di foggia gotica, frequentemente usato nell’araldica ecclesiastica mentre la croce patriarcale d’oro è “lanceolata” , con cinque gemme rosse a simboleggiare le Cinque Piaghe di Cristo.

Interpretazione:
Il campo dello scudo è in rosso, il colore della Carità, dell’amore e del sangue: l’amore profondo e senza fine del Padre che invia il Figlio a versare il proprio sangue per noi, per la nostra redenzione.
La banda che attraversa diagonalmente lo scudo è in argento, colore simbolo della trasparenza, quindi della Verità e della Giustizia, doti che devono accompagnare quotidianamente lo zelo pastorale del Vescovo.
Sulla banda è posto un ramo di palma, simbolo del martirio; essa vuole ricordare i Santi Martiri Claudio, a cui è intitolata la storica Abbazia di Corridonia, la cittadina marchigiana in cui don Sandro è cresciuto, e Terenzio, patrono di Pesaro, città capoluogo della Diocesi affidata alle cure pastorali del nuovo Arcivescovo.
Le onde in punta allo scudo simboleggiano il mare Adriatico su cui si affaccia la Diocesi pesarese e la stella posta sopra di esse è la Stella Maris, uno dei tanti titoli assegnati a Maria, la nostra Madre Celeste; questa definizione mariana, cara alle genti di mare, è ricordata nelle parole di san Bernardo di Chiaravalle che nel XII secolo scrisse: «Se i venti della tentazione crescono, se sei spinto contro gli scogli delle tribolazioni, guarda alla stella, invoca Maria”.
Le tre spighe, frutto della terra e del lavoro dell’uomo, rimandano alla terra di origine di don Sandro e alla ricca simbologia biblica legata al seme e alla vita che da esso germoglia.
Inoltre, tre spighe appaiono anche nello stemma di Montegranaro dove negli ultimi anni don Sandro ha vissuto l’esperienza di parroco. Esse sono in oro, il primo tra i metalli nobili, simbolo quindi della prima Virtù, la Fede: infatti è grazie alla Fede che possiamo comprendere il mistero del Sacramento dell’Eucaristia.